“Vivere, non è più vivere
Lei ti ha plagiato, ti ha preso anche la dignità
Fingere; non sai più fingere
Senza di lei, ti manca l’aria.”
Battito /Alice / Pio
Vi ricordate il Presidente della Repubblica con la pipa?
Il Cantautore italiano e l’alcool?
Lo Scrittore francese e l’hashish?
La Poetessa italiana, i manicomi e la sigaretta?
Il Frontman delle porte della percezione e la mescalina?
Il piccolo Pilota canadese e la sua bella, leale e generosa follia del distruggere automobili?
Il Musicista austriaco e il gioco d’azzardo?
L'Artista di Teatro e la pipì in pubblico?
Potrei davvero continuare non all’infinito ma quasi.
Tutte queste persone che ho cripticamente citato non sono state Grandi per i loro vizi o i loro errori, ché in vizi ed errori incorriamo tutti quanti, nessuno escluso, ma sono stati Grandi per quel tanto di particolare e unico che hanno fatto e lasciato, spesso facendolo con inumana fatica perché con tutti e tutto contro. Pensando per immagini, scrivendo per immagini, vivendo per immagini e lavorando con le immagini, queste e tante altre figure mi passano davanti agli occhi diverse volte nell’arco di una giornata. L’altrieri, sul lavoro, su ciò che rimane del mio tanto amato lavoro, vedendo nel monitor di presenza della camera tre un presidente in tribuna mentre fumava un sigaro ammezzato, mi sono domandato se mettendo in onda quell'immagine avrei potuto ferire qualcuno. Mi sono domandato se staccando quell’immagine, immagine per me innocente come credo innocente sia stato il naturale gesto del presidente, avrei potuto creare imbarazzo al mio datore di lavoro e agli "animi più sensibili", con conseguenti ulteriori veti lavorativi per la mia ormai finita, finita perché ahimè fin troppo evidentemente fallita, carriera di regista televisivo.
...e adesso non vi metterete mica a interpretare il ruolo dello scandalizzato bacchettone moralista stile iena-tristez o mister mille-facce-libro Zuckerberg: mio padre è morto di cancro da fumo ma non per questo mi sento autorizzato a criminalizzare e mettere alla gogna fumatori e venditori di questo tipo di fumo, i tabaccai per intenderci: il rispetto della libertà è troppo radicato in me per autorizzarmi a negare a chicchessia un piacere onesto come onesto può essere il piacere del fumo. Magari un piacere non sano questo del fumo ma sicuramente un piacere onesto: che ce ne sono di (dis)piaceri che sembrano sani e alla fine La Storia scopre sempre che non erano né sani, né piaceri, né tantomeno onesti.
Poi ho pensato “Carlè: ma che mondiali avremmo vinto nel 1982 senza l'immagine del Presidente esultante con la pipa in bocca?” Allora, ho staccato la tre e l’ho messa in onda. Era bello il presidente con quell’ammezzato tra le labbra, quel tizzone ardente e fumante ormai quasi finito cui il presidente stava assaporando, con evidente soddisfazione, la sua parte migliore.
Anch’io, come il presidente in questione, ritengo la porzione finale dell’ammezzato la migliore da fumare e assaporare.-
Già: che mondiali avremmo vinto nel 1982 con un presidente pettinato, impomatato, leccato, incravattato a dovere e troppo falsamente etico, seduto compostamente di fianco al re in tribuna d’onore del Santiago Bernabeu? …e magari pure senza scopone sull’aereo di ritorno con allenatore, portiere e Barone? Qualcuno forse si ricorda di Napolitano o Melandri in tribuna d’onore vicino alla Merkel nella finale dei mondiali tedeschi del 2006? Non credo: non c’era né un sigaro, né una pipa, e neppure una volgare sigaretta. Neppure un mazzo di carte da quaranta. Forse c’era uno smartphone, ma… volete mica mettere un qualsiasi anonimo smartphone con il fascino di una pipa, eh? Personalmente non solo non lo ricordo adesso lo stacco sui due alti rappresentanti della patria di allora, ma ricordo perfettamente di non averlo notato neppure in quel 9 luglio del 2006 quando sul grande schermo installato per l’occasione nel piazzale dell’università di Heidelberg insieme ad amici e famiglia stavo guardando la diretta della partita, confuso tra tedeschi, pochi, francesi, tanti, e italiani: ci siamo fatti sentire. Perché siamo diventati così falsi? Perché ci siamo fatti ingabbiare da questo essere fintamente spudorati quanto incredibili bacchettoni? Perché non troviamo più fascino nell’erotismo della vita? Cosa ci blocca? La paura? Già: la paura. E la tecnologia. Ma possono forse delle macchine, dei computer, degli smartphone - che peraltro mi piace far notare che è tutta roba inventata dall'essere umano - averci ridotti all’inerzia attuale? Possono le paure trasmesse dai governanti inchiodarci alla tristezza?
Perché - non - reagiamo?
Perché ci facciamo imporre divieti, colori, perché ci rintaniamo in casa come degli stronzi, perché non accettiamo più il rischio di vivere che così tanti bei personaggi ci hanno insegnato a correre? Perché la morte ci fa così paura se vivere non è più vivere, come prematuramente cantò Alice a Sanremo, ma vivere è diventato morire? Io, il presidente fumante il sigaro l’ho messo in onda. E voi? L’avreste fatto? Mmmh… Siate onesti… No che non lo avreste messo in onda. Perché siete dei bacchettoni, attaccati alla poltrona più del più "rinvoluzionario" dei Cinquestelle di governo. Non rischiate niente. Non fate emozionare. Pensate solo al culo caldo e al cachet abbastanza sicuro. Giocate ai rivoluzionari tentando d’immedesimarvi in un ruolo che non vi appartiene ma che tanto vi piacerebbe interpretare. Sempre col culo della controfigura, s’intende.
Perché ho scritto questo pezzo?
Sapete che non lo so?
Ero partito con l’intenzione di scrivere tutt’altro e poi mi è venuto fuori questo. E siccome lo trovo niente male, lo pubblico: fanculo i moralisti, le iene-tristez, i benpensanti, i mister millefaccelibro e i bacchettoni.
Ciao, simpatici e tecnologici cacasotto!
Al prossimo pensiero,
Carlo