"Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?"
"Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello."
"I tuoi amici?"
"Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto."
"La patria?"
"Non so sotto quale latitudine si trovi."
"La bellezza?"
"L’amerei volentieri, ma dea e immortale."
“L’oro?”
"Lo odio come voi odiate Dio."
"Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?"
"Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!"
Charels Baudelaire, "Lo straniero" da "Le Spleen de Paris" - 1855 e dintorni
Buonanotte a tutti,
fate mai caso a come c'informano?
“Il virus è Il Nemico. Dobbiamo combatterlo! Insieme, lo vinceremo! A morte il virus! W il Re!”
Ma quale nemico e nemico! il virus è una malattia. Non c'è niente e nessuno da combattere, c'è solo una nuova malattia da conoscere, da studiare per poi poterla curare al meglio del curabile.
"Cazzo dici: il virus è cattivo! Uccide!"
Lo so, dispiace. Ma il virus rimane pur sempre una malattia. Uccide ma è una malattia. Non è un nemico. Anche l'acqua uccide chi non sa nuotare, ma il mare è forse un nemico? Perché dove c'è un nemico, cazzo allora vuol dire che c'è anche una guerra! E se c'è una guerra, cazzo sì che è un problema! Perché se i virus possono anche saltar fuori da soli - e se questo è un caso in solitaria non lo so, non sono né soldato né virologo per poter disquisire sull'argomento - le guerre no che non possono saltar fuori da sole. Dietro ogni guerra ci sono precise volontà umane. E questo è un virus, mica un nemico. ... perché è vero che è un virus, no?
"Nemico" ... E chiamatela malattia e Basta!
Un altro esempio: i tifosi allo stadio.
Le due curve che si vedono come nemici: si offendono pesantemente, si menano, si uccidono. Ma quale nemico! L'occupante della curva di fronte alla mia è un rivale, non un nemico. Perché dove c'è un nemico c'è una guerra, mentre invece dove c'è un rivale c'è una competizione. E se c'è una guerra al posto di una competizione, cazzo è un problema! Guardate come solo utilizzando meglio una parola si può cambiare il destino del mondo. Rivalità, competizione, sfottò, sono parole e cose diverse da inimicizia, guerra e randellate.
Ma farò un altro esempio: sul lavoro.
"Io quello lo odio: prende un cachet da cardiochirurgo e fa un centesimo rispetto a quanto faccio io! Anch'io sono capace di fare quello che fa lui: che ci vuole a staccare due telecamere? ... Ciao grandissimo, come stai? Stupenda regia ieri, come sempre. Bravo, bravissimo: sei il migliore! (Grrr...)"
Cazzo odi? Dove c'è odio c'è guerra, cretino!
Magari quello che faceva un centesimo di quello che fai tu faceva esattamente quel centesimo che tu non sai fare, mai saprai fare e che invece oggi ti ritrovi a fare pur non sapendolo fare.
…ché poi magari le telecamere non erano solo due ma venti, più dieci EVS e tant'altro ancora…
…ché magari lui riusciva a raccontare e tu stacchi poco e, quando stacchi, stacchi a minkia.
…ché magari lui sbagliava e tu invece non sbagli mai, gran emerito Cazzaro che se proprio non ti riesce di essere un suo bravo collega al massimo lui, quello del centesimo che tu non sai fare, potrà considerarti un rivale, ma mai ti considererà un nemico. Perché se c'è un nemico vuol dire che c'è una guerra. E se c'è una guerra, c'è un cazzo di problema! Cretino!
E poi, lui di fare la guerra neppure è capace e neppure ha voglia d'imparare a farla.
Per questo oggi è fuori da tutto, perché è un disertore; un uomo senza né diritti e né doveri. Un uomo che dite essere un uomo libero ma cui voi stessi gli avete tolto e gli togliete la libertà con le vostre fottute guerre di conquista del cazzo!
Ma quali nemici!
Lui non ha nemici; ha solo rivali.
Ma quali guerre!
Lui non fa guerre; lui, al massimo, compete. Niente randellate: solo sfottò. Sfottò più pesanti di randellate e meglio assestati di cazzotti ma sempre e solo sfottò.
Due modi diametralmente opposti di vedere le cose.
Basterebbero piccole e apparentemente insignificanti diversità per cambiare totalmente il mondo.
Quando lo capirete, chiamatelo lo straniero, quello del centesimo in più che mai imparerete a fare.
Lui aspetta con impazienza una vostra telefonata. Buttate via il fucile prima di chiamarlo; mi raccomando…
…furbacchioni!
(sempre e solo sfottò)
Carlo Religioso
Regista televisivo e disertore